SALUTE – POLITICA / Il diritto all’aborto nella Costituzione: è sancito!

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È a larga maggioranza che il Parlamento, riunitosi al Congresso di Versailles questo lunedì 4 marzo, ha adottato il progetto di legge costituzionale volto a includere nella Costituzione la “libertà garantita” di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG).

Ai sensi dell'articolo 89 della Costituzione, è stata raggiunta “la maggioranza dei tre quinti dei voti espressi” con 780 voti parlamentari favorevoli, 72 contrari e 50 astenuti. Tra i voti favorevoli all'inserimento del diritto all'aborto nell'articolo 34 del testo fondatore della Quinta Repubblica, anche il nostro deputato Frantz Gumbs e la nostra senatrice Annick Pétrus. Per il primo, lunedì 4 marzo 2024 è una giornata storica: “Eravamo 925 tra parlamentari, senatori e deputati, al Congresso del Castello di Versailles, invitati a votare per includere esplicitamente il diritto all'aborto nel nostro testo fondamentale che è il Costituzione. Questa libertà garantita alle donne sarà consolidata: «La legge determina le condizioni nelle quali si esercita la libertà della donna, che le è garantita, di ricorrere all'interruzione volontaria della gravidanza». Sono stato onorato di far parte di questo momento memorabile”. Anche Annick Pétrus è soddisfatta dell’esito del voto: “È con immenso orgoglio che ho votato oggi a Versailles, durante la riunione del Parlamento al Congresso (deputati e senatori) per l’inclusione nella nostra Costituzione del diritto di ricorrere alla Interruzione volontaria della gravidanza. Ho votato A FAVORE”. Prima della votazione, Yaël Braun-Pivet, presidente dell'Assemblea nazionale, ha dichiarato: “Ci prepariamo a percorrere insieme il nostro Paese un nuovo cammino per i diritti delle donne. L’aborto fa ormai parte del nostro diritto fondamentale”. Quando è stato annunciato il risultato della votazione, questi ultimi si sono uniti agli applausi nonostante il protocollo. La formulazione e la collocazione dell'articolo in questione nella Costituzione sono il risultato di 18 mesi di dibattiti parlamentari durante i quali la sua redazione ha suscitato vivaci discussioni. La destra, soprattutto al Senato, si è battuta invano per togliere l'aggettivo 'garanzia' quando alcuni parlamentari di sinistra hanno tentato senza successo di sostituire la parola 'libertà' con quella di 'destra', come avvenne nell'iniziale versione. Il testo proposto dal governo mira a proteggere la legge Velo del 17 gennaio 1975 (depenalizzazione dell'aborto) e non a prorogarla. Per rimettere in discussione questo testo che autorizza l'aborto fino a 14 settimane, sarebbe necessaria una nuova votazione per modificare la Costituzione con una maggioranza di 3/5, come è avvenuto lunedì scorso. L'8 marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna, il cosiddetto sesso “debole” può essere orgoglioso di avere tanta forza. _Vx

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