alain Lettera aperta del Collettivo di creatori di posti di lavoro e personale di Saint-Martin residente a Sint Maarten.

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Signore e signori che ci governano,

Il nostro Collettivo ti informa di una situazione che ora è diventata insostenibile. Come tutti, siamo limitati. Come tutti, siamo consapevoli dei rischi, come tutti, siamo preoccupati per il futuro.

Tuttavia, un vincolo aggiuntivo è stato aggiunto per molti di noi da settimane ormai: la chiusura del confine. Siamo molti imprenditori, creatori di posti di lavoro, impiegati, artigiani che vivono nella parte olandese ma che hanno la loro attività professionale nella parte francese. Le nostre società pagano tutte le loro tasse lì, allo stato francese o alla collettività e partecipano notevolmente al bilancio di quest'ultima attraverso il TGCA, la licenza e altre tasse locali, qualunque siano i responsabili delle decisioni in luoghi alti che guidano il nostro destino e le risposte offensive e inappropriate che sarebbero state rilasciate.

Se i membri del nostro collettivo vivono nella parte olandese, è per scelta o per necessità (come ad esempio una delle conseguenze di Irma). La specificità della nostra isola ci consente di farlo e questo non è proibito. Esiste anche la reciprocità, un buon numero di persone vive nella parte francese e va a Sint-Maarten ogni giorno a lavorare (e la sera ritorna dalla parte francese). È Saint Martin, è in corso dal 1648 e nessuno può cambiarlo. Questo è ciò che rende Saint Martin unico al mondo e lo differenzia nel suo ambiente caraibico molto competitivo.

TUTTO deve essere attuato in modo che la ripresa economica richiesta dal nostro Primo Ministro Edouard Philippe possa avvenire nelle migliori condizioni, è dovere di tutti.

Siamo sani, seguiamo e seguiremo le raccomandazioni del nostro governo come "maschere per tutti" e altre istruzioni e siamo pronti per essere testati se i test sono disponibili.

Siamo parte integrante delle forze trainanti dell'economia di Saint-Martin e abbiamo il dovere di riprendere le nostre attività dall'11 maggio senza essere penalizzati dalla discrepanza del deconfinamento tra le due parti della nostra isola. Perché un Niçois ha il diritto di andare a lavorare tutti i giorni a Sanremo senza alcuna difficoltà e a Saint-Martin è impossibile?

Parigi è a favore di una rapida riapertura delle frontiere intraeuropee, quindi deve essere possibile trovare con noi, in un territorio così piccolo, soluzioni per i lavoratori che siamo.

Ad oggi NON abbiamo indicazioni sulle azioni in corso! Solo i sistematici rifiuti della Prefettura ci arrivano non appena viene fatta una richiesta di "passaggio"!

Dobbiamo andare alle nostre attività ora e ogni giorno per partecipare al riavvio di Saint-Martin, avendo già sofferto abbastanza da settembre 2017. Desideriamo ricevere rappresentanti del governo francese a Saint-Martin, risposte chiare e soluzioni rapide e il meno restrittivo possibile per riprendere gradualmente il lavoro, rispettando sempre le istruzioni di sicurezza e distanziamento.

L'attesa è una tortura! L'attesa senza speranza, il peggio di tutti!

Restiamo fiduciosi perché la ragione finisce per vincere, e come si suol dire "la necessità fa la legge".

Il collettivo

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