Lavoro nascosto: preoccupano imprenditori, dipendenti ma anche privati

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Si torna a scuola, riprendono le udienze con la loro quota di casi di lavoro nascosti. Contrariamente alla credenza popolare, questo non riguarda solo le grandi aziende oi piccoli artigiani. Se il reato è commesso dal datore di lavoro, anche i beneficiari possono trovarsi in bancarotta.

Il lavoro sommerso è il fatto per un dirigente d'impresa di non dichiarare la propria attività e/o di non dichiarare i propri dipendenti, in questo caso di non stipulare un contratto con loro. Il padrone assume le persone, le retribuisce certo, ma senza dar loro le buste paga, senza dichiararle agli enti sociali. 

Nel primo caso, l'imprenditore non è iscritto alle varie organizzazioni sociali, che lo priveranno di pensioni, indennità in caso di problemi di salute, ecc. Nel secondo caso, l'imprenditore priva i propri dipendenti dei diritti del lavoro (ferie retribuite, disoccupazione, ecc.)

Accanto agli imprenditori sul molo, spesso ci sono privati. Questi ultimi sono perseguiti per occultamento: sono accusati di aver selezionato una società sommersa e/o di assumere persone non dichiarate e/o in situazione di irregolarità sul territorio.

Infatti, secondo la legge francese, chiunque utilizzi un'azienda deve assicurarsi che sia nelle regole. Tale obbligo viene sistematicamente richiamato dai magistrati nel corso del processo. Se un individuo sollecita un professionista, deve chiedergli il numero di iscrizione al registro delle imprese o del registro delle imprese, il suo numero TGCA, il suo certificato Urssaf. Deve anche essere in grado di controllare le carte dei dipendenti.

(maggiori dettagli su www.soualigapost.com)

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Fonte :

Post di Soualiga: http://www.soualigapost.com/fr

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