SOCIETÀ: La testimonianza di una vittima di violenza domestica

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È stata vittima di violenza da parte del suo ex fidanzato. I fatti risalgono a diversi mesi. Ha sporto denuncia e ora sta cercando di ricostruirsi.

Ritenendo importante liberare la parola, ha accettato di testimoniare in forma anonima. Il suo obiettivo oggi non è descrivere le ripetute violenze di cui è stata vittima, ma spiegare il percorso psicologico di una donna maltrattata. Vuole cercare di far capire all'entourage delle vittime perché non se ne vanno, stanno con il "loro carnefice", come le manipola.

Nota bene: Al fine di non interferire con l'andamento del procedimento giudiziario, non verranno forniti dettagli del rapporto di questa coppia che consentano di identificarli.

" Era troppo bello per essere vero "

"Era una storia eccezionalmente meravigliosa", così descrive l'inizio della loro relazione. "Era l'uomo che mi aspettavo". La storia d'amore fu però di breve durata. Poche settimane dopo il loro incontro, lei accetta di trasferirsi da lui. “In quel momento le porte si sono chiuse su di me”, confida, mimando con le mani una tenda che le si chiude sul viso.

Per diversi mesi e regolarmente sarà oggetto di violenze. Ci ha pensato e/o provato a lasciarlo cinque o sei volte ma non ci è mai riuscita. “In questo tipo di relazione ci sono fasi: fasi di violenza ma anche fasi di lune di miele. E viviamo solo per quest'ultimo ", spiega.

"La prima volta che mi ha colpito, ero sotto shock", ammette. "Siamo così sorpresi quando questo accade a noi", ha detto. “Il mio compagno si è scusato. Sembrò inorridito dal suo gesto e mi disse che non era mai stato violento con una donna, che non l'avrebbe fatto più. Mi ha fatto consegnare dei fiori al lavoro, era così triste e si vergognava. L'ho perdonato". Fino alla prossima volta. Senza saperlo, era appena entrata in uno stato che gli psicologi chiamano stupore psichico: lo shock è tale da impedire al cervello di reagire. (continua nella nostra prossima edizione)

(Www.soualigapost.com)

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1 commento

  1. Amina 21 giugno 2021 alle 12:46 Rispondi

    Sono contento che finalmente spieghiamo perché è così difficile uscire da questo tipo di relazione. Perché siamo sempre giudicati al posto del nostro carnefice, siamo sempre criticati per avergli dato diverse possibilità ma non ci rendiamo nemmeno conto di cosa ci sta succedendo e ci ritroviamo intrappolati nella morsa e pensiamo di aver bisogno di questa persona perché è quello ci mette in testa.
    Vorrei davvero che la legge, i giudici e i gendarmi smettessero di giudicare noi donne vittime perché continuiamo a essere in contatto con i nostri aguzzini, soprattutto se non fate nulla per proteggerci.

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