Meteo: la stagione degli uragani promette di essere più attiva del normale nell'Atlantico

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Le organizzazioni americane di studio dell'atmosfera concordano tutte sul fatto che la stagione degli uragani atlantici, che inizierà il 1° giugno, sarà intensa con circa 20 fenomeni previsti, di cui da 8 a 10 uragani, di cui da 4 a 5 grandi.

A poco più di un mese dall'inizio ufficiale della stagione degli uragani nel Nord Atlantico (da giugno a novembre), sono state aggiornate le previsioni dei vari organismi americani di riferimento per lo studio del clima. Le loro proiezioni sono chiare: le condizioni per il 2022 sembrano molto simili a quelle del 2021, ma non eccezionali come quelle del 2020.

Il Centro di adattamento climatico e The Weather Company  prevedere una media di 20-22 fenomeni di uragano, inclusi 8-10 uragani, di cui 4-5 grandi. Accuweather e la Colorado State University prevedono poco meno di 20 eventi (da 16 a 20), un numero inferiore rispetto ad altre agenzie ma ancora significativamente al di sopra della media degli ultimi 30 anni.

Negli ultimi anni, oltre all'aumento del numero dei fenomeni uragani, abbiamo osservato un allungamento della stagione degli uragani: mentre dovrebbe iniziare a giugno, i fenomeni hanno iniziato a formarsi a maggio ogni anno a partire dal 2015.

Due parametri climatici spiegano queste previsioni allarmistiche per la stagione 2022: l'altissima temperatura dell'acqua del Golfo del Messico, principale combustibile per la formazione degli uragani, e la persistenza del fenomeno La Niña. In alcune zone di questo golfo la temperatura dell'acqua è attualmente di 4°C sopra le medie stagionali: localmente raggiunge i 27°C, una temperatura che potrebbe consentire la formazione di uragani già a metà aprile!

Un altro parametro da tenere in considerazione sono i fenomeni climatici El Niño e La Niña che si verificano in fasi da uno a due anni. Questi fenomeni sono caratterizzati da un'anomalia di temperatura in parte delle acque dell'Oceano Pacifico: La Niña si verifica quando l'acqua è più fredda della media, al contrario si parla di El Niño quando l'acqua è più calda della media. Le conseguenze di un anno El Niño o La Niña sono fortemente sentite sul clima di molti paesi, e sui fenomeni ciclonici nell'Atlantico che sono più numerosi con La Niña.

Le acque superficiali dei Caraibi sono attualmente più calde della media abituale. Le ultime proiezioni stimano che La Niña dovrebbe persistere per tutta l'estate, prima di indebolirsi in autunno.

A questo punto tutti i dati e le analisi dei fattori climatici convergono verso lo scenario di una stagione degli uragani 2022 (di nuovo) più attiva del normale. Aspetta e vedi! _AF

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