Corallo vince il processo contro i Paesi Bassi

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La corte europea dei diritti umani ha appena condannato i paesi di Bays per "le condizioni disumane" in cui Francesco Corallo è stato arrestato in attesa della sua estradizione in Italia, tra dicembre 2016 e agosto 2017.

Come promemoria, il 13 dicembre 2016, Francesco Corallo, manager del gruppo di casinò Atlantis World (Dunes, Atlantis, Beach Plaza e Paradise Plaza) è stato arrestato dalla brigata anticorruzione di Sint Maarten, parte dell'olandese dell'isola, come parte di un'inchiesta che aveva mobilitato Italia, Francia e Paesi Bassi. È sospettato dalle autorità italiane di evasione fiscale, riciclaggio di denaro, di aver partecipato a un'organizzazione criminale e di aver sottratto quasi 250 milioni di euro.

Parte della sua proprietà era stata sequestrata (tre barche, 170 appartamenti, un casinò, conti bancari e diciotto orologi di lusso). L'uomo di 56 anni è stato rinviato in una cella alla stazione di polizia di Philispburg fino alla sua estradizione in Italia nell'agosto 2017, poco più di otto mesi.

Per la Corte europea, i Paesi Bassi non hanno rispettato l'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani: “Nessuno può essere sottoposto a tortura o a trattamenti o pene disumani o degradanti. "

Gli avvocati di Francesco Corallo avevano infatti denunciato le condizioni di detenzione del loro cliente che avevano assimilato alla tortura. Avrebbe condiviso la sua cella per diversi mesi con cinque o sei persone mentre il gabinetto perdeva all'interno ed era necessario usare degli asciugamani per separarli dal resto della cella che aveva solo due letti a castello per quattro detenuti, e quindi materassi per terra per gli altri. Quando fu incarcerato 23 ore al giorno in una singola cella senza luce naturale o ventilazione, non aveva guardaroba, tavolo o sedia.

Corallo è stato detenuto per 114 giorni nella cella di una stazione di polizia, mentre il Comitato europeo per la prevenzione della tortura (CPT) ritiene che nessuno debba essere trattenuto in tale luogo per più di tre giorni, e in ogni caso, mai più di dieci giorni. La Corte ha quindi ordinato ai Paesi Bassi di pagare 5000 euro di danni non materiali a Corallo e 5500 euro per spese legali. Un verdetto che solleva molte domande nella parte olandese, in particolare sulla questione della responsabilità. (Fonte: www.soualigapost.com)

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